Coltivazione e sostenibilità

Coltivazione e sostenibilità

Se la coltivazione dell’ulivo è abbandonata, come sta accadendo in alcune regioni del Mediterraneo, essa è spesso sostituita dal pascolo ovino e caprino. L’abbandono della coltura comporta un temporaneo aumento della produzione della biomassa di piante erbacee annuali, se confrontata con i pascoli ordinari. Questo induce uno sfruttamento pastorale intenso che può comportare la riduzione, in 20-30 anni, della copertura delle piante arboree da oltre l’80% a meno del 30% e della profondità del suolo da 30 cm a 6-10 cm.
La produttività del suolo si riduce, innescando talvolta fenomeni erosivi, come quelli che periodicamente si verificano lungo le coste della Liguria. Per questi motivi, la coltivazione permanente dell’ulivo contribuisce alla sostenibilità delle risorse naturali, attraverso la conservazione e il mantenimento del suolo, la riduzione delle perdite e dell’uso di acqua piovana. Prova ne sia che l’ulivo può sopravvivere anche con precipitazioni di soli 200-300 mm all’anno.
Alla coltivazione tradizionale dell’ulivo sono associati i terrazzamenti che favoriscono, da un lato, il controllo dei fenomeni erosivi, dall’altro la percolazione lenta dell’acqua negli strati di suolo profondi e la sua comparsa ad altitudini più basse, sotto forma di acqua sorgiva10. La coltivazione dell’ulivo è compatibile col turismo delle regioni Mediterranee costiere, in quanto le pratiche agricole si svolgono in inverno. Inoltre, l’ulivo ha esigenze di apporti di nutrienti chimici e di uso di macchine ridotti se comparati con altre colture agricole. La domanda di olio d’oliva è in crescita e gli attori economici si trovano ad operare in un clima di accentuata competizione. Sebbene la produzione mondiale si concentri ancora per il 94% nel bacino mediterraneo, la sopravvivenza della coltura tradizionale dell’ulivo è legata alla capacità di espandersi a nuovi mercati, oltre a quelli tradizionali.

Questo testo è un estratto da “L’ulivo e l’olio: una storia di coltura e natura” scritto da Tommaso Sitzia e tratto dal Quarto capitolo del libro “Una famiglia per l’olio” di Cristina e Federico Santagata in occasione dei 110 anni della loro azienda, pubblicato da Olio Officina Edizioni.

WP to LinkedIn Auto Publish Powered By : XYZScripts.com