Estrazione dell’olio e ambiente

Estrazione dell’olio e ambiente

Il processo di estrazione dell’olio contribuisce all’immissione di composti chimici nelle acque. L’emissione di effluenti oleari nei bacini di evaporazione ne rappresenta la fase più impattante. Tuttavia, uno studio molto recente ha dimostrato che, adottando una modalità di fertilizzazione sostenibile, riciclando le acque reflue urbane, e di potatura meno aggressiva, riciclandone i residui e mantenendo la copertura erbacea, in un uliveto di due ettari con una densità di 156 piante per ettaro di oltre 50 anni d’età, si possono ottenere produzioni maggiori, sia in quantità, sia in qualità e in profitto lordo, sempre superiore a 5.900 euro per ettaro all’anno (€/ha/y) in confronto a variazioni comprese tra valori negativi ad un massimo di 5.240 €/ha/y nella forma di gestione convenzionale. La forma sostenibile richiede più lavoro di quella convenzionale, circa il doppio, e maggiore professionalità14, a fronte però di flussi di carbonio dall’atmosfera alla biomassa molto positivi nel primo caso, e negativi nel secondo.

Questo testo è un estratto da “L’ulivo e l’olio: una storia di coltura e natura” scritto da Tommaso Sitzia e tratto dal Quarto capitolo del libro “Una famiglia per l’olio” di Cristina e Federico Santagata in occasione dei 110 anni della loro azienda, pubblicato da Olio Officina Edizioni.

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